domenica 7 novembre 2010

L'allevamento intensivo

 Buongiorno!
Servendoci ancora una volta di Wikipidia, abbiamo raccolto alcune importanti informazioni riguardo all'allevamento intensivo di animali e all'impatto ambientale che queste strutture comportano.

Con allevamento intensivo si intende un tipo di allevamento che utilizza tecniche industriali o scientifiche per ottenere la massima produzione con il minimo costo e utilizzando il minimo spazio, servendosi di macchinari e farmaci.
Le critiche di carattere generale provengono principalmente dal mondo animalista. Molti animalisti sostengono che negli allevamenti intensivi le condizioni di vita degli animali sono sensibilmente peggiori di quelle degli animali allevati in modo tradizionale. I movimenti animalisti hanno attaccato diverse pratiche in uso negli allevamenti, alcune delle quali sono state in seguito rese illegali in alcuni paesi. Per esempio, sono stati denunciati casi in cui gli animali subivano regolarmente amputazioni (come il debeaking), venivano cresciuti in ambienti talmente ristretti da causare atrofia muscolare, erano tenuti al buio per tutta la vita.
Sebbene gli allevamenti intensivi siano teoricamente adatti a conservare un maggiore livello di igiene rispetto al caso di animali cresciuti in natura, esiste il rischio che un uso eccessivo di farmaci (per esempio antibiotici) porti al diffondersi di nuove forme di batteri resistenti a tali medicinali. Il Center for Disease Control and Prevention statunitense stima che nel mondo, ogni anno, ci siano oltre 76 milioni di casi di malattie portate dal cibo da allevamento, e oltre 5000 morti.
A prescindere dall'eventuale diffondersi di malattie, molti critici sostengono che la qualità delle carni e degli altri prodotti realizzati tramite allevamento intensivo è di qualità inferiore rispetto a quello ottenuto con tecniche tradizionali, per vari motivi legati alla differente alimentazione e al diverso stile di vita degli animali stessi. Particolarmente criticato in questo senso è l'uso di farmaci volti a indurre lo sviluppo corporeo degli animali (per esempio ormoni). Questa pratica, vietata in Europa, è uno dei principali elementi differenziali tra l'allevamento intensivo americano e quello europeo.
Anche l'alimentazione degli animali degli allevamenti intensivi è stata spesso oggetto di attenzione e critiche. Per esempio, l'uso di farine di origine animale per nutrire le vacche è stato considerato fra le cause della diffusione del morbo della mucca pazza.
I rifiuti provenienti da enormi quantità di animali concentrati in aree relativamente piccole causano inquinamento delle falde acquifere, proliferazione di insetti e diffusione di cattivi odori nella zona circostante. I reflui (o effluenti) zootecnici sono ricchi di azoto e la loro dispersione nelle acque superficiali provoca gravi danni.
Al contempo, le attività legate all'allevamento su grande scala possono causare un depauperamento delle risorse naturali del territorio (soprattutto acqua, anche per i grandi consumi nel lavaggio delle pavimentazioni).

L'8 settembre 2008, Rajendra Pachauri, presidente dell'IPCC, ha presentato a Londra un documento dal titolo “Riscaldamento globale: l'impatto sui cambiamenti climatici della produzione e del consumo di carne”. In questo documento, l'economista indiano evidenzia che produrre 1 kg di carne ha enormi costi in termini ambientali: l'emissione di 36,4 chili di anidride carbonica, il rilascio nell'ambiente sostanze fertilizzanti pari a 340 grammi di anidride solforosa e 59 grammi di fosfati. In termini di comparazione, produrre 1 kg di carne ha lo stesso impatto ambientale di un'auto media europea che percorre 250 chilometri. In riferimento al consumo idrico, Pachauri sostiene che per ottenere 1 kg di mais sono necessari 900 litri di acqua, per 1 kg di riso 3.000 litri, per 1 kg di pollo 3.900 litri, per 1 kg di maiale 4.900 litri e per 1 kg di manzo 15.500 litri di acqua. Inoltre, il 30% delle terre emerse ed il 70% delle terre agricole sarebbero destinate al settore zootecnico.

Ci riserviamo di approfondire alcuni aspetti di questo argomento nei prossimi giorni!
Grazie di averci visitato e buona domenica!
Eleonora

5 commenti:

  1. Ciao Eleonora, grazie di aver parlato di un argomento così importante... anch'io presto vorrò fare un post su questo. Vi consiglio un bel libro in proposito, si chiama "Liberazione animale" ed è del filosofo australiano Peter Singer... è molto accessibile e divulgativo, racconta con chiarezza di sperimentazione animale e allevamento industriale... per me è stata una vera scoperta (nel bene e nel male), vi consiglio di leggerlo!! Buona domenica a voi!!
    Silvia

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  2. Grazie del consiglio, Silvia! Non so se avrò il coraggio di leggerlo; già mi sono un po' documentata attraverso internet su tanti aspetti dell'uso che l'Uomo fa degli animali e certe cose mi hanno sconvolta. Intanto,quando Norberta (la coniglia) è entrata a far parte della famiglia, ho colto l'occasione per realizzare qualcosa a cui io e mio marito pensavamo da tempo...e siamo diventati vegetariani. Nel possibile cerco di non contribuire a tanta crudeltà!

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  3. Che bravi tu e tuo marito, è una scelta veramente responsabile e ammirabile!!! Io al momento ho ridotto il più possibile il consumo di carne e pesce, ma non ho fatto "il grande salto" in questo senso... ma è una cosa che non escludo per il futuro. In ogni caso il vegetarianesimo dovrebbe fare da stella polare per tutti, suggerendo alla gente di convertirsi quantomeno a una dieta decisamente più povera di carne e pesce... sarebbe già un grande passo per sabotare in massa l'allevamento industriale.
    Un saluto a voi e alla mitica Norberta, dalle foto è meravigliosa e più la guardo più mi chiedo che razza di persona abbia potuto abbandonarla...meno male che ha trovato voi!! Un grosso saluto e buon inizio settimana!
    Silvia

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  4. Buongiorno Silvia!
    Bhé, sinceramente a volte essere vegetariani non è facile, non tanto per il "sacrificio" in sé che non è poi così drammatico come può sembrare, ma perché le occasioni sociali non facilitano certe scelte. Noi stiamo bene anche senza carne e pesce; abbiamo consultato anche un nutrizionista e non ha per niente ostacolato la nostra decisione, quindi non ci sono ripercussioni sulla salute come tanti credono. Anzi...è la carne ad essere nociva!!! Non andrebbe mangiata più di tre volte nell'arco di 14 pasti settimanali!
    ...Norberta è una lunga storia...ha cambiato almeno 3 padroni povera batuffola!
    Eleonora

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  5. E proprio pensando agli allevamenti intensivi, alle sofferenze immani sopportate dai cavalli destinati al macello nei loro viaggi della morte,a quanto scritto dal grande Peter Singer, guardando gli splendidi occhi di Norberta, il vegetarismo non può che essere la nostra "giusta" scelta.Un abbraccio.

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