giovedì 30 dicembre 2010

Botti a Capodanno

Capodanno è ormai giunto e come ogni anno porta con sé l'usanza di salutare il nuovo anno con lo scoppio di petardi. Purtroppo il giorno successivo i telegiornali raccontano le drammatiche storie di feriti, anche gravi, che ogni anno tale usanza procura. Già questo fatto ci sembra abbastanza significativo nel comprendere quanto pericoloso possa essere l'uso di petardi, troppo spesso superficialmente considerati un banale gioco.
Ma esiste anche un altro aspetto, altrettanto illuminante, contro questa insensata abitudine, un aspetto che, purtroppo, è spesso taciuto.
Provate soltanto ad immaginare cosa succede nel regno animale allo scoccare della mezzanotte e al giungere del nuovo anno. Noi uomini possiamo rimanere frastornati dai botti ma l'uomo sa a cosa essi sono dovuti. Gli animali invece non possono capire e il frastuono li riempie di terrore, oltre a costituire i petardi stessi un pericolo concreto per gli animali che si trovano in strada.
I gatti, fuggendo in cerca di rifugio in preda ad un forte stato confusionale, rischiano di essere investiti dalle auto, costituire in tal modo anche un pericolo o possono essere colpiti dai petardi lanciati casualmente in strada; i cani, se lasciati legati alla catena, possono strozzarsi nel tentativo di fuggire; i conigli, che di per sé non sono famosi per il "cuordileone" possono essere colpiti da infarto o arrecarsi dei seri danni anche all'interno delle loro gabbie.
Oltre, quindi a pregarvi di limitare il più possibile lo scoppio di qualsiasi forma di artificio, vi consigliamo di avere piccole ma necessarie attenzioni verso i vostri animali domestici. Almeno, non lasciateli in giardino, metteteli in casa, in modo che, mentre voi sarete a festeggiare, anche i vostri amici non soffrano.

La LAV da giorni porta avanti un'accorata campagna al riguardo. Vi alleghiamo la locandina con preziosi consigli. Prestatevi attenzione!




Come sempre, vi ringraziamo per l'attenzione.
Un caldo abbraccio (con tanto pelo) e l'augurio di un 2011 dove il rispetto e la pacifica convivenza (tra Uomo e Ambiente, tra Uomo e Animali, tra Uomo e Uomo) non siano soltanto un'utopia.

Lo Staff dell'Orto dei Pelosi

martedì 28 dicembre 2010

Agrifoglio

Il Natale è passato ma ancora in giro c'è aria di festa. Rimane da "leggere" un ultimo simbolo di questi giorni, il bellissimo e magico agrifoglio.

L'agrifoglio è una pianta sempreverde, spontanea, con portamento eretto e chioma piramidale. Ha foglie lucide, di colore verde scuro, con margini ondulati e muniti di spine. Ama l'esposizione al sole in un clima temperato e può raggiungere i 10 metri di altezza a seconda delle varietà.

L'abitudine di usare l'agrifoglio per decorare le abitazioni è molto antica: i druidi se ne servivano per scacciare gli spiriti maligni e Plinio il Vecchio consigliava di piantare l'agrifoglio vicino alla porta di casa per tenere lontani i cattivi. Anche nel medioevo, in molti paesi del Nord, si credeva che questa pianta potesse contrastare il potere delle tempeste nelle notti invernali.

Il nostro agrifoglio è simbolo di forza ed eternità, probabilmente per il suo aspetto rigido.

I Cristiani iniziarono ad usarlo nel periodo natalizio perché  le foglie pungenti ricordano la Corona di Spine e le bacche rosse rammentano le gocce di sangue di Gesù.

Per una volta un articolo breve, curioso e di agile lettura.
Buona giornata a tutti!

Eleonora

venerdì 24 dicembre 2010

Buon Natale

L'Orto dei Pelosi augura un sereno Natale a tutti i suoi fedeli lettori.

Eleonora, Andrea, Sergio, Cristina

mercoledì 22 dicembre 2010

Appello!!!

Un appello da parte degli Amici di Pimpi:

RICHIESTA URGENTE DI MEDICINALI!!!
PER YOGHI, UN NOSTRO CANINO CHE SARAH HA PORTATO SU DALLA CAMPANIA,
ABBIAMO URGENTEMENTE BISOGNO DI MILTEFORAN SCIROPPO E RESURGEN.
E' URGENTISSIMO, E' MALATO DI LEISHMANIOSI IN MODO GRAVISSIMO, E'
MAGRO MAGRO, MA VOGLIAMO DARGLI UNA POSSIBILITA' PER VEDERE SE SI
RIESCE A RIPRENDERE UN PO' PER VIVERE, PERLOMENO L'ULTIMO PERIODO
DELLA SUA VITA, IN MODO DIGNITOSO, CON PERSONE CHE GLI VOGLIONO BENE
PER QUELLO CHE E' E SPECIALMENTE SENZA UNA CATENA AL COLLO O
ABBANDONATO AL FREDDO. E LA' LO SAPPIAMO CE NE SONO TANTI.
RIPETO: MILTEFORAN E RESURGEN

PER INFORMAZIONI: SARAH 328 0274065

domenica 19 dicembre 2010

Soccorriamo gli uccellini!

La neve è bella, magica e in questi giorni prenatalizi crea l'atmosfera giusta. Purtroppo crea molti disagi a noi umani e per gli animali selvatici può essere davvero mortale.
Come è noto, il manto nevoso impedisce agli uccelli di trovare cibo e nutrirsi e molti di loro (circa il 70%) muoiono a causa del freddo e della fame; gli uccellini hanno comunque un ruolo importante nella catena alimentare e nell'ecosistema: ad esempio essi ci aiutano a "tamponare" l'invasione delle zanzare e di altri spiacevoli insettti nel periodo estivo.
Consigliamo quindi a tutti di aiutarli, procurando loro qualche briciola di cui nutrirsi.

Ivano è stato così gentile da linkarmi un appello della LIPU con le istruzioni necessarie per collocare apposite mangiatoie (in ambienti sicuri, non frequentati da gatti, e possibilmente nascosti) e con utili informazioni sui "gusti" dei nostri amici pennuti.
Secondo l'articolo della LIPU possiamo aiutare gli uccelli insettivori quali Merlo, Pettirosso, Capinera, Passera scopaiola con briciole dolci (es. panettone, plum-cake), biscotti, frutta fresca; insettivori quali Cinciallegra, Cinciarella, Picchio muratore con arachidi non salate, semi di girasole, pinoli sgusciati, frutta secca tritata (noci, nocciole); granivori quali Passera d’Italia, Fringuello, Verdone, Cardellino: miscele di semi vari (miglio, canapa, avena, frumento), semi di girasole, mais spezzato.
La LIPU consiglia ovviamente di fare attenzione alla pulizia delle eventuali mangiatoie per evitare l'insorgere di germi. A tal proposito, facendo alcune ricerche sul altri siti web (ad esempio 100ambiente) si sconsiglia la somministrazione del grasso della carne (ad esempio il residuo dell'arrosto) che oltre ad essere facile al deterioramento, può sporcare le penne degli uccelli e provocare loro gravi danni.
Noi siamo soliti gettare su un tettino al di sotto della nostra finestra dello studio una buona quantità di briciole di pane toscano non salato e sinceramente i passerotti e Grazia (La Gazza Ladra, anche lei aveva diritto ad un nome) sembrano preferirlo ai plumcake. Secondo noi gli uccellini non gradiscono la presenza di alcool che in genere si trova nelle "merendine " (l'alcool è un esaltatore di sapidità) e preferiscono sapori più genuini. I siti che abbianmo consultato consigliano sia l'acquisto di apposite merendine per canarini oppure forniscono ricette di facile realizzazione (ma non molte persone, temo, hanno il tempo di mettersi a cucinare per gli uccellini).

Questo è il link che mi ha segnalato Ivano, con informazioni dettagliate:
http://www.lipu.it/news/no.asp?1085



Buona settimana a tutti e grazie per aver visitato anche oggi il nostro blog
Eleonora, Sergio, Cristina e Andrea

sabato 18 dicembre 2010

Greve sotto la neve

Venerdì 17 dic. Ore 13:  La bufera è appena comiciata


La mia Pandy...al termine della giornata il cofano faceva pari con il vetro

Sab 18 dic. ore 12

Papere Natale

La passeggiata vicino al parcheggio delle poste

venerdì 17 dicembre 2010

Neve!!!

Data la situazione...

...Cleopatra ritiene che la sua nuova sistemazione nello studio di casa Soffici sia più che gradevole =)

mercoledì 15 dicembre 2010

Blog per i Randagi

Segnaliamo un nuovo blog di annunci per adozioni di randagi. Inseriamo l'indirizzo anche tra i nostri link, così potrete ritrovarlo facilmente anche nei mesi prossimi!

www.aiutorandagi.blogspot.com

martedì 14 dicembre 2010

Un grande abbraccio...

...a Silvia che ieri si è laureata!!!! Congratulazioni da tutto l'Orto dei Pelosi, animaletti compresi.
Facci sapere come è andata!

Eleonora

lunedì 13 dicembre 2010

L'Albero di Natale


L'Albero di casa Soffici

Quella dell'Albero di Natale è, con il presepe, una delle più diffuse tradizioni natalizie. Si tratta in genere di un abete (o altra conifera sempreverde) addobbato con piccoli oggetti colorati, luci, festoni, dolciumi, piccoli regali impacchettati e altro.
Può essere portato in casa o tenuto all'aperto, e viene preparato qualche giorno o qualche settimana prima di Natale (spesso nel giorno dell'Immacolata Concezione), e rimosso dopo le feste. Soprattutto se l'albero viene collocato in casa, è tradizione che ai suoi piedi vengano collocati i regali di Natale impacchettati, in attesa del giorno della festa in cui potranno essere aperti.
In genere l'albero di Natale in Italia è un peccio (Picea abies) detto anche abete rosso; mentre nell'Europa Centrale e nei Paesi nordici è comune l'uso di abeti (Abies alba o Abies nordmanniana); più raramente si usano pini o altre conifere sempreverdi, ma possono essere usati anche altri tipi di albero, come ad esempio Magnolia grandiflora.
L'immagine dell'albero come simbolo del rinnovarsi della vita è un tradizionale tema pagano, presente sia nel mondo antico che medioevale e, probabilmente, in seguito assimilato dal Cristianesimo. L'abete, essendo conifera sempreverde, facilmente richiama il perpetuarsi della vita anche in inverno.

Una storia racconta che un bambino, sperso nel bosco imbiancato dalla neve, si riparò nella notte sotto un abete, il quale lo abbracciò con i suoi rami per proteggerlo dal freddo dell’inverno. Al mattino l’abete, illuminato dai primi raggi del sole, sembrava risplendere di mille luci e da allora nacque la tradizione di addobbare l’Albero.

La derivazione dell'uso moderno da queste tradizioni, tuttavia, non è stato provato con certezza. Sicuramente esso risale almeno alla Germania del XVI secolo. Ingeborg Weber-Keller (professore di etnologia a Marburgo) ha identificato, fra i primi riferimenti storici alla tradizione, una cronaca di Brema del 1570, secondo cui un albero veniva decorato con mele, noci, datteri e fiori di carta. La città di Riga è fra quelle che si proclamano sedi del primo albero di Natale della storia (vi si trova una targa scritta in otto lingue, secondo cui il "primo albero di capodanno" fu addobbato nella città nel 1510).
A questo punto, da bravi ambientalisti, appare doveroso chiedersi se sia migliore un albero vero o un albero artificiale. Noi in casa abbiamo un albero finto perché abbiamo sempre pensato che un albero vero, costretto in un vaso per più di un mese, soffra (non per niente perde continuamente foglie) e una volta finite le Feste, seppur ripiantato, abbia poche possibilità di attecchire e proseguire la sua vita. Comunque sia, abbiamo raccolto un po’ di informazioni su vari siti ecologisti e abbiamo scoperto che la nostra credenza non è del tutto vera.
Entrambe le tipologie hanno pro e contro. L’albero vero, ad esempio, ha come aspetto positivo il fatto di essere biodegradabile. Una volta passate le feste, può essere trasformato in concime organico, compost, o trucioli di legno, può essere riutilizzato per fare recinzioni o destinato ad altri usi nell’edilizia.  Inoltre intrappola più anidride carbonica mentre cresce, e può essere ripiantato dopo le vacanze. Ma purtroppo ha anche delle controindicazioni. Infatti esistono pochi alberi davvero organici, nel senso che a volte coltivatori senza scrupoli utilizzano pesticidi e altre sostanze chimiche “dopanti” per far crescere più in fretta l’albero il quale, in realtà, di naturale ha ben poco. Altri aspetti negativi sono che gli alberi potrebbero essere stati trasportati in tutto il Paese, aggiungendo ai costi ed alle emissioni, l’impronta del carburante; deve essere innaffiato regolarmente non tutti hanno a disposizione un giardino in cui ripiantarlo.
 Per quanto riguarda l’albero artificiale, esso può essere utilizzato per diversi anni, è meno costoso e più pratico per chi vive in città ed in appartamento. Il principale problema è che un albero sintetico è realizzato in gran parte utilizzando materie plastiche e metalli, tra cui il piombo, che non sono biodegradabili. Spesso  gli albero artificiali sono spediti su lunghe distanze, dato che la maggior parte della produzione è made in Cina e quindi implicano una grande quantità di inquinamento per la produzione, il trasporto e lo smaltimento.
Se optate per l’albero vero compratelo in un vivaio vicino casa, informandovi sull’utilizzo di pesticidi e valutando come e dove ripiantarlo e restituirlo alla fine delle feste. Se la vostra scelta ricade sull’albero artificiale, assicuratevi che non sia stato prodotto a migliaia di chilometri di distanza e riutilizzatelo per più anni.
Speriamo anche oggi di avervi offerto una lettura istruttiva e interessante!
Buona Giornata,
Eleonora

sabato 11 dicembre 2010

13 Dicembre: Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia!

Il 13 dicembre il calendario cristiano festeggia Santa Lucia e secondo la credenza popolare quel giorno è il più corto dell’anno.
La storia di Santa Lucia da Siracusa narra di una giovane, orfana di padre, appartenente ad una ricca famiglia di Siracusa, che era stata promessa in sposa ad un pagano. La madre di Lucia, Eutichia, da anni ammalata, aveva speso ingenti somme per curarsi, ma nulla le era giovato. Fu così che Lucia ed Eutichia, unendosi ad un pellegrinaggio di siracusani al sepolcro di Agata nel dies natalis della vergine e martire catanese, pregarono S. Agata affinché intercedesse per la guarigione della donna. Durante la preghiera Lucia si assopì e vide in sogno S. Agata. Ritornata a Siracusa e constatata la guarigione di Eutichia, Lucia comunicò alla madre la sua ferma decisione di consacrarsi a Cristo. Il pretendente, insospettito e preoccupato nel vedere la desiderata sposa vendere tutto il suo patrimonio per distribuirlo ai poveri, verificato il rifiuto di Lucia, la denunciò come cristiana. Erano in vigore i decreti di persecuzione dei cristiani emanati dall'Imperatore Diocleziano (editto di persecuzione del 303 d.C.). Lucia viene sottoposta a processo e a tortura ma esce illesa da ogni tormento fino a quando, inginocchiatasi, viene decapitata.
Privo di ogni fondamento storico ma importante per la tradizione popolare e per tutta l’iconografia riguardante la Santa è l'episodio di Lucia che si strappa gli occhi: la devozione popolare ha da sempre invocato Santa Lucia come protettrice della vista a causa del suo nome Lucia (da Lux, luce).
Contrariamente a quanto si pensa non è Santa Lucia (il 13 dicembre) il giorno più corto dell’anno, ma, ragionevolmente, il 21 o 22, quando si verifica il solstizio invernale.
Il detto “Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia” risale a quando, prima del 1582, la sfasatura fra calendario civile e calendario solare era tanto grande che il solstizio cadeva proprio fra il 12 e il 13 rendendo quindi questo il giorno più corto dell’anno. Riformando il calendario secondo accurate osservazioni astronomiche, Papa Gregorio XIII decretò che si passasse direttamente dal 4 Ottobre al 15 Ottobre, togliendo quindi i 10 giorni di sfasatura accumulati negli oltre 10 secoli precedenti. Il solstizio passò così al 21-22 dicembre (come oggi) ma la festa della santa rimase sempre al 13.
Tuttavia va rilevato che ancora oggi attorno al 13 dicembre si ha effettivamente un “accorciamento” delle giornate, nel senso che questo è il periodo dell’anno in cui il Sole tramonta più presto (e per questo la tradizione di Santa Lucia ha ancora una base logica):  per le prime due settimane di dicembre l’orario del tramonto si mantiene quasi costante, tra le 16,41 e le 16,42 (per una località di media latitudine italiana); durante il solstizio il Sole tramonta un po’ più tardi, circa 3 minuti dopo, alle 16,44, ma anche l’alba è ritardata di alcuni minuti, avendo luogo alle 7,37: in definitiva, pur tramontando dopo, il Sole resta sopra l’orizzonte circa 3 minuti in meno rispetto al giorno 13, e si ha il dì più corto dell’anno.
Il solstizio invernale (che quest’anno capiterà il 22) si ha quando il Sole tocca il punto più meridionale del suo tragitto annuo (apparente) intorno alla Terra. Trovandosi ben 23,5° più “basso” che non agli equinozi (21 marzo, 22 settembre), il Sole risulta molto basso (e quindi poco caldo) a mezzogiorno, sorge tardi e tramonta tardi, per cui le ore di luce sono poche e il nostro emisfero viene poco riscaldato dai suoi raggi. Nel giorno del solstizio d’inverno inizia ufficialmente l’inverno nell’emisfero boreale (e l’estate in quello australe).
Il motivo per cui il tramonto avviene prima all’inizio di dicembre anziché al solstizio, dipende dal fatto che mentre la Terra ruota su se stessa con velocità costante, non fa altrettanto nella sua rivoluzione intorno al Sole, provocando così una differenza variabile fra l’ora solare vera e quella segnata dai nostri orologi. L’anticipo che il Sole ha sui nostri orologi si riduce molto rapidamente all’inizio di dicembre (perde 8 minuti in 20 giorni), mentre cala la velocità con cui le giornate si accorciano (le giornate si accorciano di quasi 2 minuti all’inizio del mese mentre al solstizio sono costanti). Per questo il Sole riesce a tramontare con 3 minuti di anticipo attorno Santa Lucia rispetto al solstizio.


Anche oggi un luuuuuungo articolo informativo sulle nostre credenze e tradizioni!
Grazie per averci letto!
Ele

mercoledì 8 dicembre 2010

Rudolph, la renna dal naso rosso

 Si avvicina il Natale e abbiamo pensato di raccontarvi una bella storia...naturalmente il protagonista ha la pelliccia =)


Lassù nel nord, dove le notti sono più scure e più lunghe e la neve è molto più bianca che alla nostra latitudine, là abitano le renne. Ogni anno Babbo Natale si reca in quel luogo per cercare gli animali più forti e più veloci per trasportare nell'aria la sua enorme slitta. Da quelle parti viveva una famiglia con cinque piccoli. Il più giovane rispondeva al nome di Rudolph ed era un piccolo particolarmente vivace e curioso, infilava il suo naso dappertutto. Ed era un naso veramente particolare. Sempre, quando il suo piccolo cuore di renna batteva un po' più forte per l'agitazione, diventando così rosso come il sole incandescente poco prima del tramonto. Ugualmente, se era allegro o arrabbiato, il naso di Rudolph si illuminava in tutto il suo splendore.I suoi genitori ed i suoi fratelli si divertivano con il suo naso rosso, ma già all'asilo delle renne era diventato lo zimbello di quei birbanti a quattro zampe. “Questo è Rudolph con il naso rosso” cosi lo chiamavano e ballavano tutto intorno a lui, mentre lo indicavano con i loro piccoli zoccoli.

E nella scuola elementare le piccole renne lo prendevano in giro come potevano. Rudolph cercava con tutti i mezzi di nascondere il suo naso, a volte lo dipingeva con del colore nero. Giocava a nascondino con gli altri ed era contento che stavolta non lo avevano scoperto. Ma nello stesso momento il suo naso cominciava ad illuminarsi cosi tanto che il colore si sfaldava. Un'altra volta si infilò nel naso un cappuccio nero di gomma. Ma riusciva a respirare solo con la bocca. E non appena iniziava a parlare sembrava che avesse una molletta attaccata al naso. I suoi compagni si tenevano la pancia dal ridere, ma Rudolph correva a casa e piangeva amaramente. “Non giocherò mai più con questi stupidi”  - diceva piangendo e le parole dei suoi genitori e dei suoi fratelli riuscivano a consolarlo solo un poco.

I giorni diventano più corti e come ogni anno si annunciava la visita di Babbo Natale. In tutte le famiglia di renne i ragazzi giovani e forti si facevano belli. Le loro pellicce venivano a lungo strigliate e spazzolate fino a che non rilucevano del colore del rame, le corna venivano pulite con la neve finchè non risplendevano alla fioca luce degli inverni del nord. E poi finalmente era arrivato il momento. In un piazzale gigantesco dozzine di renne, impazienti e nervose, raspavano con i loro zoccoli ed emettavano richiami belli ed allo stesso tempo terrificanti per impressionare i concorrenti. Tra di loro c'era anche Rudolph, la cui forza ed il cui vigore era superiore a quello degli altri partecipanti. Puntualmente, al momento stabilito, Babbo Natale atterrò dal vicino paese di Natale, dove era la sua casa, con la sua slitta trainata solo da Donner, il suo fedele caporenna. Una neve leggera era iniziata a cadere e l'ondeggiante mantello rosso era coperto da punti bianchi. Babbo Natale si mise subito al lavoro ed esaminò ogni animale. Sempre borbottava poche parole nella sua lunga barba bianca. A Rudolph sembrò un'eternità. Quando la fila arrivò a lui, il suo naso diventò incandescente per l'agitazione, quasi luminoso come il sole. Babbo Natale arrivò verso di lui, sorrise amichevole e scosse la testa. “Sei grande e robusto. E sei un bellissimo giovanotto – disse – ma purtroppo non posso sceglierti. I bambini si spaventerebbero a vederti”.

La tristezza ed il dolore di Rudolph non avevano limiti. Più veloce che poteva corse attraverso il bosco e scalpitò ruggendo nella neve alta. I rumori e la luce rossa visibile da lontano attirarono una piccola Elfa. Prudentemente gli si avvicinò, gli posò una mano sulla spalla e chiese: ”Cosa ti è successo?”. “Guarda come brilla il mio naso. Nessuno ha bisogno di una renna con il naso rosso” rispose Rudolph. “Conosco bene questa sensazione” - disse la piccola Elfa -“ io vorrei lavorare nel paese di Natale con tutti gli altri Elfi. Ma sempre, quando sono agitata, le mie orecchie iniziano a tremare. E le orecchie tremolanti non piacciono a Babbo Natale”. Rudolph sollevò lo sguardo, con gli zoccoli si asciugò le lacrime dagli occhi e vide una bellissima Elfa, le cui orecchie si muovevano qua e là al ritmo di un battito di ali. “Il mio nome è Herbie” - disse timidamente. E mentre si guardavano negli occhi, l'uno con un naso rosso scintillante, l'altra con le orecchie tremolanti che si muovevano a ritmo, scoppiarono a ridere all'improvviso e risero fintanto che non fece male loro la pancia. In quei giorni fecero amicizia, chiaccherarono fino a notte tornando a casa solo all'alba. Con passi da gigante si avvicinava il tempo del Natale. In quei giorni Herbie e Rudolph si incontravano molte volte nel bosco.

 Tutti erano cosi occupati con i preparativi per le feste natalizie, che nessuno faceva caso che il tempok, giorno dopo giorno, andava peggiorando. Due giorni prima di Natale la Fata del Tempo consegnò a Babbo Natale il bollettino meteorologico. Questi, con il viso preoccupato alzò lo sguardo al cileo e sospirò rassegnato: “Quando domani attaccherò le renne, seduto sulla cassetta non riuscirò a vederle. Come potrò trovare la strada per arrivare alle case dei bambini?”. Quella notte non riuscì a dormire.Continuava a lambiccarsi il cervello per trovare una via d'uscita. Infine indosso il mantello, gli stivali ed il cappello, attaccò Donner alla slitta e si incamminò verso la Terra. “Forse troverò là una soluzione” pensò.

Mentre iniziava a volare, nevicava con fitti fiocchi. Così fitti che Babbo Natale riusciva appena a vedere. C'era solo una luce rossa che illuminava così chiaramente come se davanti a lui ci fosse un'enorme quantità di gelato alla fragola. Babbo Natale amava il gelato alla fragola. “Salve” - disse - “che naso bellissimo ed eccezionale che hai! Se proprio quello di cui ho bisogno. Che cosa ne pensi di correre davanti alla mia slitta e di mostrarmi così la strada per raggiungere i bambini?”. Appena Rudolph ascoltò le parole di Babbo Natale, per l'emozione gli cadde per terra l'albero di Natale che stava trasportando. Poi lentamente riprese il controllo di sé stesso. “Naturalmente, lo farò volentieri. Mi fa un enorme piacere.”. Ma all'improvviso diventò molto triste. “Ma come faccio a trovare poi la strada per tornare indietro al paese di Natale, se nevica cosi fitto?”: Nello stesso momento in cui pronunciava quelle parole gli venne un'idea. “Torno subito” - disse - mentre già correva ad un veloce galoppo verso la strada del bosco, lasciando indietro uno stupito Babbo Natale. Pochi minuti dopo, tornavano indietro una renna con il naso rosso ed una piccola Elfa con le orecchie tremolanti. “Lei può condurci indietro, Babbo Natale” - disse Rudolph, pieno di orgoglio, indicando Herbie - “lei conosce la strada”. “Questa è una magnifica idea” - tuonò Babbo Natale - “ Ma adesso devo tornare indietro. A più tardi.”

 E cosi successe che, per Natale, Babbo Natale fosse accompagnato da una renna con il naso rosso e da un'elfa con le orecchie tremolanti. Rudolph il giorno successivo, per le sua bellissima azione, venne festeggiato da tutte le renne entusiaste. Il giorno successivo ballarono e cantarono nella piazza principale dicendo:” Rudolph dal naso rosso sei entrato nella storia!”. E deve essere stato così, che qualcuno ha visto Babbo Natale ed i suoi aiutanti, altrimenti nessuno avrebbe raccontato questa storia.

domenica 5 dicembre 2010

Un Grazie...

...immenso agli Amici di Pimpi, così generosi che ieri in occasione della raccolta pappa presso Panorama - I Gigli, ci hanno donato tantissime cose per i nostri pelosi. Grazie, davvero dal profondo del cuore!

sabato 4 dicembre 2010

ADOZIONE URGENTISSIMA



METICCIO, MASCHIO, MANTELLO NERO CON TRIANGOLO BIANCO SUL PETTO, COLLARINO ROSSO,  ANZIANO,  NON HA MICROCHIP E IL TATUAGGIO E' ASSOLUTAMENTE ILLEGGIBILE (SI VEDE SOLO UN'OMBREGGIATURA), E' STATO VISITATO DALLO STUDIO VETERINARIO FINETTI. IL CANE E' DI INDOLE TRANQUILLISSIMA, HA UNA PICCOLO "IRRIGIDIMENTO" DELLA ZAMPA POSTERIORE DX (MA VISTA L'ETA' 12/13 ANNI...).
Chi fosse intenzionato all'adozione può contattare la Polizia Municipale di Greve in Chianti tel.055/853511 oppure la mai:l icanidigreve@gmail.com.

In  questo momento il cane è in stallo a casa di Ivano ma Ivano ha 5 gatti, terrorizzati dal nuovo inquilino e non potrà tenerlo per molti giorni. Aiutateci a non farlo finire in canile!!!!!!!!!!!!!!!!