sabato 22 gennaio 2011

Lo Storno

In questi giorni è impossibile non essere colpiti dallo spettacolo di immensi gruppi di uccelli scuri che volteggiano magici nel cielo, disegnando percorsi affascinanti e un po' spaventosi. Nel nostro paese gli storni riempiono gli alberi, le gru e il loro canto, all'imbrunire, ricolma le strade. In città il fenomeno è meno evidente perché i rumori attenuano il fragore prodotto da questi uccelli ma proprio in questi giorni, passeggiando per le strade di Firenze quando ormai il sole iniziava a calare, abbiamo potuto constatare che anche lì il cielo era percorso dal turbinio di centinaia di storni che andavano a posarsi sugli alberi di Santa Maria Novella.
Ma chi sono gli storni? Gran parte delle persone non li ama, perché sporcano e perché le loro feci sono considerate portatrici di malattie. Io credo che in realtà ci sia anche una motivazione psicologica, forse inconscia. Guardare gli storni che volano in un gruppo così perfetto, così compatto, secondo un rito che Madre Natura ha stabilito e che loro hanno dentro di sé fa sentire l'Uomo molto piccolo, molto insignificante. Parte miserrima di un sistema immenso che troppo spesso tendiamo a dimenticare.
Lo storno (Sturnus Vulgaris, secondo la classificazione di Linneo del 1758) appartiene alla famiglia dei passeriformi.
Esso è lungo circa 20-23 cm, ha un'apertura alare di 35-40 cm e pesa 70-90 g.
Il suo piumaggio in estate è nero lucente con riflessi violacei e verdi con le punte delle piume bianche, mentre in inverno il nero diventa meno brillante e i riflessi si attenuano. Il becco è aguzzo, giallognolo in estate, bruno in inverno, le zampe sono rossastre, la coda corta. L'unico carattere che differenzia i sessi è una macchia sulla base del becco che è azzurra nei maschi, rossastra nelle femmine.
È un uccello molto gregario e si riunisce in stormi che possono contare diverse centinaia di individui. Dopo aver trascorso l'intera giornata nei campi o nei parchi alla ricerca di cibo, la sera i gruppi di storni si dirigono verso i "dormitori", costituiti da canneti o gruppi di alberi, dove, prima di trascorrere la notte, si contendono chiassosamente le postazioni migliori.
Uno dei peggiori nemici degli storni è il falco pellegrino dal quale essi si difendono con le straordinarie evoluzioni che ben conosciamo, volte a disorientare il nemico.

I principali problemi legati agli storni derivano dalle loro abitudini alimentari e ai loro dormitori.
Gli storni sono onnivori e quindi la loro alimentazione coinvolge anche numerose colture e alberi da frutto. Tuttavia, secondo recenti studi sembra che il loro impatto sulla produzione agricola sia minimo perché esistono aree della penisola non colpite da questo fenomeno e perché gli storni si nutrono principalmente di insetti. Più dannosi possono effettivamente risultare i gruppi in migrazione (ma lo storno in Italia è stanziale).
Nonostante questo, lo storno è un animale protetto e la LIPU si sta occupando di aiutare le città italiane ad ovviare alle difficoltà con metodi incruenti, che invitino sostanzialmente questi uccelli a frequentare anche altre zone.

Grazie per averci letto! Scusate se siamo stati assenti qualche giorno, ma siamo stati tutti molto impegnati. Presto vi aspettano molte preziose novità, tra cui un simpatico video con le Papere dell'Orto e un nuovo interessante excursus sulle energie rinnovabili.
Infine, approfittiamo dell'occasione per ricordare ai preziosi lettori residenti nel Comune di Greve che da febbraio inizia il nuovo tesseramento del Circolo Il Gallo Verde, sezione grevigiana di Legambiente. Nostro principale obiettivo è quello di promuovere il nostro territorio diversificandolo, grazie all'attezione all'ecologia, da tanti altri contesti rurali presenti nella nostra provincia. Il nostro fine è quello di offrire un territorio prezioso, sano e ricco agli abitanti di ora e alle generazioni future.

Eleonora

4 commenti:

  1. Ciao a tutti voi dell'Orto dei pelosi! La nuova foto di Norberta è, come sempre, fantastica!! Interessante anche quest'articolo sugli storni, tra l'altro non è un uccello diffuso dalle mie parti ma dev'essere suggestivo vederli volare in grandi nuvole nere... peccato che ad alcuni possano ricordare cattivi presagi, in realtà è molto spettacolare. Attendo con ansia il video sulle papere!! Un grande saluto, buona domenica!

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  2. Questo è un ottimo articolo; aggiungo soltanto che gli storni, sono tra i volatili più intelligenti, poiché riescono, tra l’altro, a imitare il verso di altri uccelli, per lanciare loro “allarmi” relativi alla presenza di predatori.
    I motivi che influiscono sulla scelta dei dormitori, in ambito urbano, è dettata dalla disponibilità di “terreni” (o territori) di alimentazione nel raggio di 20/30 km, o dalla presenza di predatori o “fattori” di disturbo quali la “caccia”, quest’ ultimo dato dovrebbe far riflettere! Come pratica atta ad allontanare gli storni dall’ambito urbano, reputo fuorviante e assurda la potatura delle alberature, al fine di evitare che siano utilizzate come roost da questi uccelli, si compie, seconde me , un doppio danno, poiché molte volte si approfitta della potatura per compiere delle vere e proprie “capitozzature e quindi danni irreparabili alle alberature

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  3. Bhé, Ivano, se poi gli alberi sono pure fuori baricentro...

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  4. Ah ha ha, i veri "esperti" (anzi luminari) di arboricoltura (se poi sono "agrimensori" ancora meglio), la pensano così......

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